Ondo presenta Paesaggi Italiani, la prima personale di Giovanni Copelli in Toscana. La mostra inaugura l’attività espositiva di Ondo, project space dedicato alla ricerca di artisti emergenti con un’attenzione particolare al panorama italiano.
Nuova sintesi del percorso di ricerca di Copelli, Paesaggi Italiani è il frutto di un dialogo instaurato con l’artista che restituisce sotto forma di appunti, immagini e atmosfere un’Italia contemporanea. La mostra comprende un corpus di opere pittoriche che si è evoluto organicamente nel corso dei mesi di lavoro, a partire da un nucleo preesistente. Le opere saranno visibili presso Ondo dal 21 Settembre al 27 Ottobre 2024.
Panini, scorci cittadini, interni di chiese, ritratti rubati e avanzi di cibo ritagliano e mettono a fuoco alcuni degli elementi dei paesaggi italiani di Copelli, guidandoci da Caserta a Reggio Emilia nell’esplorazione del tessuto delle province italiane. Come fotografie, queste immagini catturano attimi e frammenti di una quotidianità che, pur affondando le loro radici in contesti specifici, riecheggiano un'identità culturale condivisa. Via Imbriani sotto la pioggia di Napoli non è troppo diversa dalla Via Imbriani di Milano, di Firenze o di Bologna; i dettagli lussuosi di Santa Caterina come i visitatori stanchi di Santa Felicita sono visioni che non ci stupiremmo di incontrare in altre chiese della penisola; la Peroni sul ponte Matteotti potrebbe trovarsi anche sul ponte che attraversa la ferraglia di Via Cesare Battisti a Pistoia; come per i commensali napoletani de La cena o lo scorcio de L’ultima luce, è difficile stabilire in quale luogo l’artista vi si sia imbattuto. E anche quando siamo confrontati con riferimenti più chiari, come siti archeologici o monumenti (Cerveteri; La nostra fine), la familiarità e la specificità geografica si confondono.
Le opere in mostra, così come tutta l’ultima produzione di Copelli, rispondono a un’esigenza documentaristica che ha spinto l’artista a selezionare un insieme di soggetti, scene e situazioni che trasudano realtà, anche da un punto di vista pittorico. Il suo modo di dipingere si riallaccia ad una tradizione olandese di una pittura ottica che fa del vedere e del rappresentare la propria cifra caratteristica: la sincerità dei soggetti, come i panini, le paste al bar o la salumiera (Panino, Paste e Il Banco dei salumi), si riflette in una pittura democratica che dipinge ciò che vede pur accogliendo una libertà compositiva. Copelli rappresenta scene domestiche (Festa; Righe), ritrae soggetti di strada (Silvio), utilizza bottiglie vuote come punti di fuga (Ponte Matteotti; Bologna) e trasforma in architetture miniature-souvenir (Cattedrale). In questo modo sembra recuperare scene di genere – intese come la rappresentazione delle attività quotidiane sociali e private – e rileggere (o forse solo riaggiornare?) i generi pittorici della natura morta, del ritratto e del paesaggio.
Paesaggi Italiani racconta un’Italia frammentata ma unita dalla familiarità delle sue ambientazioni. La mostra ci invita a riflettere sulla costruzione di un immaginario comune, fondata non tanto sulle peculiarità di ogni singolo luogo, scorcio, soggetto ma sul loro carattere universale capace di evocare sentimenti condivisi.
Fotografie: Leonardo Morfini
Ondo presenta Paesaggi Italiani, la prima personale di Giovanni Copelli in Toscana. La mostra inaugura l’attività espositiva di Ondo, project space dedicato alla ricerca di artisti emergenti con un’attenzione particolare al panorama italiano.
Nuova sintesi del percorso di ricerca di Copelli, Paesaggi Italiani è il frutto di un dialogo instaurato con l’artista che restituisce sotto forma di appunti, immagini e atmosfere un’Italia contemporanea. La mostra comprende un corpus di opere pittoriche che si è evoluto organicamente nel corso dei mesi di lavoro, a partire da un nucleo preesistente. Le opere saranno visibili presso Ondo dal 21 Settembre al 27 Ottobre 2024.
Panini, scorci cittadini, interni di chiese, ritratti rubati e avanzi di cibo ritagliano e mettono a fuoco alcuni degli elementi dei paesaggi italiani di Copelli, guidandoci da Caserta a Reggio Emilia nell’esplorazione del tessuto delle province italiane. Come fotografie, queste immagini catturano attimi e frammenti di una quotidianità che, pur affondando le loro radici in contesti specifici, riecheggiano un'identità culturale condivisa. Via Imbriani sotto la pioggia di Napoli non è troppo diversa dalla Via Imbriani di Milano, di Firenze o di Bologna; i dettagli lussuosi di Santa Caterina come i visitatori stanchi di Santa Felicita sono visioni che non ci stupiremmo di incontrare in altre chiese della penisola; la Peroni sul ponte Matteotti potrebbe trovarsi anche sul ponte che attraversa la ferraglia di Via Cesare Battisti a Pistoia; come per i commensali napoletani de La cena o lo scorcio de L’ultima luce, è difficile stabilire in quale luogo l’artista vi si sia imbattuto. E anche quando siamo confrontati con riferimenti più chiari, come siti archeologici o monumenti (Cerveteri; La nostra fine), la familiarità e la specificità geografica si confondono.
Le opere in mostra, così come tutta l’ultima produzione di Copelli, rispondono a un’esigenza documentaristica che ha spinto l’artista a selezionare un insieme di soggetti, scene e situazioni che trasudano realtà, anche da un punto di vista pittorico. Il suo modo di dipingere si riallaccia ad una tradizione olandese di una pittura ottica che fa del vedere e del rappresentare la propria cifra caratteristica: la sincerità dei soggetti, come i panini, le paste al bar o la salumiera (Panino, Paste e Il Banco dei salumi), si riflette in una pittura democratica che dipinge ciò che vede pur accogliendo una libertà compositiva. Copelli rappresenta scene domestiche (Festa; Righe), ritrae soggetti di strada (Silvio), utilizza bottiglie vuote come punti di fuga (Ponte Matteotti; Bologna) e trasforma in architetture miniature-souvenir (Cattedrale). In questo modo sembra recuperare scene di genere – intese come la rappresentazione delle attività quotidiane sociali e private – e rileggere (o forse solo riaggiornare?) i generi pittorici della natura morta, del ritratto e del paesaggio.
Paesaggi Italiani racconta un’Italia frammentata ma unita dalla familiarità delle sue ambientazioni. La mostra ci invita a riflettere sulla costruzione di un immaginario comune, fondata non tanto sulle peculiarità di ogni singolo luogo, scorcio, soggetto ma sul loro carattere universale capace di evocare sentimenti condivisi.
Fotografie: Leonardo Morfini